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      .. fu un momento solo, ma quel momento non ci è mancato, se avessimo voluto e saputo approfittarne. Ignoro se Rattazzi fosse consapevole di ciò quando voleva passare il confine, e trovò opposizione fra gli stessi suoi colleghi del ministero; ma ripeto, che se egli fosse stato meno compiacente nell'accettare nel suo gabinetto uomini le cui idee e le cui aspirazioni non erano in perfetta armonia con le sue sarebbe riuscito con sua lode e con plauso utile della patria» (Petruccelli della Gattina, Storia d'Italia, P. 183).
      (403) La stessa commedia, in certa misura, si giuocò ancora nel '70, quando - dopo Sédan - il governo italiano non si decide ad andare a Roma se non in seguito alle petizioni di varie città papali, che chiedono l'occupazione italiana per troncare l'anarchia che già infierisce. Il gabinetto voleva aver l'aria di farsi forzar la mano!
      (404) Il vero insuccesso di Mentana fu per Napoleone. Al quale Pepoli scriveva (credo sul principio del '67) incitandolo a facilitare l'andata dell'Italia a Roma: «L'alleanza italiana poi è pure di qualche peso. Fra non guari, la spada del nostro esercito peserà anch'essa sulla bilancia dei destini di Europa. Io non so immaginare che V. M. respinga il concorso dei suoi piú fidi amici per appoggiarsi su Roma...»
      Il principe Napoleone a Sainte-Beuve, 15 dicembre 1867, deplorando la politica di Napoleone III: «... restando a Roma noi perdiamo un alleato devoto ed utile, il frutto della guerra 1859 - e tutto ciò pel potere temporale del papa!


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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