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      L'indole di quel governo doveva consistere in una specie di dittatura, assunta, con assenso istintivo della moltitudine, dagli uomini che, nelle diverse classi colte, erano in grado di formarsi un'idea piú netta della situazione eccezionale del paese». Non vedo né la dittatura né l'assenso istintivo. Idee simili nelle sue Condizioni della cosa pubblica, 1870.
      (422) Studiare le elezioni del febbraio-marzo 1867, imperniate sul diritto di riunione, violato da Ricasoli.
      (423) Rattazzi et son temps, II, pp. 24 sg., si dice veramente che il ministro dell'interno, Natoli, «se mêla des élections... en faisant sentir son influence aux préfets, aux syndics et aux magistrats... La majorité antipiémontaise de Turin fut battue... En somme, un tiers de l'ancienne majorité ministérielle resta sur le carreau...» E ancora (p. 34), a proposito delle dimissioni di Natoli il quale «avait perdu la partie aux élections par l'excès de zèle qu'il y avait apporté».
      (424) A questa evoluzione costituzionale della Sinistra molto giovò Rattazzi; glielo riconobbe, dopo morto, lo stesso suo nemico Bonghi (Nuova Antologia), Riflessioni in Rattazzi et son temps, II, p. 579: «On lui doit de voir le parti radical le plus forcené ramené à l'obéissance des lois et au respect du droit. Lorsqu'il fut au pouvoir, ce parti lui rendit toujours difficile l'exercice de ce pouvoir; et il ne lui arriva jamais d'être ministre sans que quelque grave désordre ne survint...»
      (425) Lasciamo andare, per carità di patria, quel che diceva suo padre!


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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