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      Gli uomini d'ingegno anziché darsi seriamente agli studi li disertano per aspirare alle facili popolarità del Parlamento. Troppa intelligenza e troppa cultura nel Parlamento, che vengono completamente sciupate e dovrebbero tesaurizzarsi nella libera attività».
      p. 98: «L'esercizio della deputazione qual è attualmente è cosí gravoso che molti competenti non possono occuparsene e preferiscono lasciarlo ai dilettanti. Diversamente accadrebbe con le regioni e il parlamento centrale ridotto alle sole grandi attribuzioni».
      (432) Petruccelli della Gattina, Memorie di un ex deputato, racconta briosamente di un tale che si guadagna un collegio (1866) con una bella lotteria a sue spese. Ma il Petruccelli era un famoso scanzonato e il suo libercolo è uno spiritoso paradosso. A pp. 58-59: «Bisogna esser resistenti per non diventare idioti da quel mestiere di deputato! Dalle dieci del mattino alle sette circa del pomeriggio, vedere le stesse facce, udire le stesse voci; parlare degli stessi subbietti ogni dí; respirare la stessa aria mefitica materiale e morale; sorbire le stesse osservazioni sui ministri, sui partiti, sulle persone, sulle intenzioni; discutere sempre le stesse questioni; leggere gli stessi giornali, le stesse relazioni, subire le stesse vanagl. interess...; scorgere sotto la pelle patriottica di quasi tutti, gli stessi interessi privati, sorridere ad uomini di cui non si stimano... essere vittima delle stesse esorbitanze di elettori e di governo...» In complesso, il libretto tende a mostrare che il deputato è il galoppino degli elettori.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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