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      Col risalire dal sistema all’autore, col ricostruire le fasi attraverso le quali il suo pensiero passò, coll’insistere abilmente sulle esperienze e influenze giovanili, e coll’interpretare poi, alla luce di questi piú complessi elementi, i secchi teoremi marxisti, non riuscí difficile ai revisionisti dimostrare il semplicismo e l’unilateralità della interpretazione sino allora corrente. Vagliando ogni parola, richiamando ogni precedente, gli stati d’animo, le concrete situazioni storiche, finirono per complicare inverosimilmente le discussioni; e dove Marx aveva usato parole lapidarie e proposizioni perentorie, introdussero il bacillo del dubbio.
      Ma... chi gladio ferit, gladio perit.
      Il marxismo è una costruzione dogmatica, non sopporta il bacillo critico. Anche il revisionismo, nonostante tutte le cautele, attenuazioni, riserve, non poté sottrarsi al fato di tutte le eresie: che cominciano appunto con riserve di carattere marginale per finire con la totale sovversione. Ciò che conta in questi casi non è il proposito, ma il metodo. E il metodo impiegato dai revisionisti fu singolarmente distruttivo. In poco tempo le divergenze, che erano secondarie, si fecero insuperabili. Dalle questioni d’ordine pratico e tattico fu giuocoforza passare alle questioni piú generali fino a che non si giunse ad impugnare la stessa teoria del materialismo storico, perno del sistema. Invano i revisionisti tentarono di attenuare la profondità dall’erosione compiuta, rifiutandosi di erigere un bilancio conclusivo e continuando a proclamare il loro sostanziale conformismo.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





Marx