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      Il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente storico-sociale, egli dice in sostanza, non è un rapporto tra due cose esterne l’una all’altra, ma è un rapporto di azione-reazione, rapporto dialettico, all’interno di un’unica realtà. Il soggetto conosce l’oggetto in quanto lo produce; il soggetto è l’uomo sociale che, spinto dai suoi bisogni, da una perpetua insoddisfazione della realtà in cui vive, si sforza di mutare le forme e i rapporti sociali dapprima esistenti. È in questo sforzo, e solo mercé questo sforzo, che egli acquista coscienza della realtà e della sua insufficienza. Per interpretare il mondo, diceva appunto Marx in una delle sue glosse a Feuerbach, bisogna cangiarlo.
      Il concreto processo storico consiste nello svolgersi della attività umana in una continua lotta interiore, in cui l’avverarsi continuo di contraddizioni da superare costituisce la condizione e l’essenza stessa della storia. L’attività precedente, nei suoi risultati, diventa condizione e limite dell’attività successiva, che si afferma come opposizione a ciò che preesiste e tende a superarlo dialetticamente. Il passato condiziona il presente e questo l’avvenire, ma al tempo stesso è anche stimolo e impulso all’azione ulteriore modificatrice. L’umanità lotta dapprima contro le condizioni naturali e poi contro le condizioni sociali da essa stessa create che divengono col tempo impedimento allo sviluppo ulteriore.
      La lotta si svolge tra forze di espansione e forze di conservazione, sotto l’aculeo del bisogno. Quali sono queste forze di espansione?


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





Marx Feuerbach