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      Invece nulla di tutto ciò. L’alto tenore di vita della popolazione – cioè la emancipazione dal margine di sussistenza che Marx negava potesse effettuarsi – ha permesso all’Inghilterra di fronteggiare la crisi. Questo non toglie che il regime capitalistico riveli tuttora gravissimi inconvenienti e non solo dal lato economico: la guerra e le lotte di classe sono ombre fosche nel quadro. Ma bisogna abituarsi a considerare l’insieme del quadro, e non solo le ombre. Ora invece la mentalità dei marxisti è troppo dominata dal pregiudizio critico: essi inevitabilmente ricercano nel mondo moderno solo gli aspetti negativi che permettano di confermare il pessimismo di Marx. Si veda ad esempio la loro attitudine di fronte al fenomeno della razionalizzazione. Essi non si rendono conto che le forme veramente progredite del capitalismo tecnicizzato e razionalizzato non sono ormai molto lontane dalle forme che assumerebbe un socialismo applicato all’industria. Le differenze non stanno piú (come in Marx) nella sfera della produzione, ma in quella della distribuzione e della morale. La razionalizzazione capitalista contiene in sé molti elementi di quella socialista; le distanze, grandissime nello spirito e nelle intenzioni, si attenuano assai nei pratici risultati. Oggi è possibile concepire che il passaggio dall’una all’altra si compia con processo graduale e pacifico: con un processo che, salvando i pregi ormai assicurati dell’una, li rafforzi progressivamente coi pregi dell’altra. Ma perché il processo si compia occorre che i socialisti abbandonino la vecchia posizione aprioristicamente critica e prendano seria nota della nuova realtà capitalistica.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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