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      La vecchia fede è scossa, ma la nuova non è sorta. Si è andati lentamente alla deriva; e quando si è trattato di fissare la nuova posizione, i piú sono arretrati, spaventati dal cammino compiuto. La vecchia guardia si è riafferrata con gli uncini dialettici ai sacri testi; i giovani hanno oscillato tra un mortificante dogmatismo e la piú penosa delle incertezze. Il monopolio goduto dal marxismo per quasi mezzo secolo ha disabituato troppa gente dal ripensare originalmente, in piena indipendenza di giudizio, i problemi del socialismo. Sicché oggi l’emancipazione forzata dà le vertigini.
      Ancora una volta la critica si dimostra piú facile della ricostruzione. Ma che valore ha una critica che non si accompagni per lo meno ad un tentativo di ricostruzione? Qui non siamo nei regni della scienza pura. Il moto socialista è, prima e indipendentemente da ogni teoria e da ogni teorica giustificazione. Venticinque milioni di uomini sono organizzati sotto le bandiere del socialismo e in nome del socialismo lottano per la loro emancipazione. Non basta negare, bisogna ricordarsi sempre di questa positiva grandiosa realtà. In breve: sino a che noi non sapremo sostituire alla vecchia consunta posizione marxista una posizione nuova che soddisfi egualmente, sia pure con le necessarie correzioni, le fondamentali esigenze delle masse lavoratrici, avremo fatto opera, se non vana, per lo meno di interesse assai relativo.
      Ora questa piú fresca e fruttuosa e attuale posizione non ha bisogno di essere inventata attraverso cerebrali meditazioni.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184