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      La violenta negazione successiva, culminata nel fascismo, si presenta necessariamente come una offesa recata al meglio di loro stessi e all’opera tenace e paziente in cui cercarono di estrinsecarsi. Il domani si presenta loro non come lo sboccare fremente verso un avvenire ricolmo di azzardo e di ignoto, ma come un ritorno, dopo tanto deviare, alle esperienze della loro giovinezza. Il loro sguardo accorato si volge cosí nostalgicamente a un passato che non può tornare e che è fatalmente muto pei giovani. La rottura è stata troppo brusca. Il cozzo delle mentalità vieta ogni stretto rapporto. Vecchi e giovani socialisti possono amarsi, stimarsi, lavorare assieme; ma non si comprendono piú. È fatale che non si comprendano piú. Parlano due lingue diverse. In questo stato d’animo dei giovani c’è probabilmente anche molta ingiustizia verso la vecchia generazione; e quando verrà il tempo di fare la storia, la correzione si imporrà e l’allacciamento per qualche via si compierà. Ma per intanto non è male che li assista questa aspra volontà di rinnovamento e di purificazione; la fede – fosse pure illusoria – di fare per l’avvenire meglio di quel che si fece per il passato, ricavando dalla dura lezione di questi anni tutto l’insegnamento ch’essa contiene.]Definiamoci dunque in funzione d’avvenire.
      Il problema ideologico. Sul problema ideologico abbiamo già detto l’essenziale nel capitolo sul socialismo liberale, perché occorra qui ripetersi. Il socialismo europeo si avvia decisamente verso una concezione e una pratica laburista liberale e verso responsabilità di governo.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184