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      Così la scienza fu investita dall'ignoranza, e la matematica fu messa a giacere dalla melodia. - Il lettore non può immaginarsi il dolore che noi ne proviamo.
     
     
      V
     
      Ma tornando ai fatti, in quella notte in cui la contessa vegliava, non per amore della scienza, siccome pare, ma per amore di qualche altro oggetto, e in cui Amorevoli stava seduto su d'un sasso cui faceano spalliera foltissimi carpini, che a lui servivano e di paravento e di paraluna nel tempo stesso, doveva succedere uno di quei contrattempi che e' si direbbero espressamente concertati dalla perfida malizia della fortuna, uno di que' contrattempi pe' quali si è convenuto di dire che talvolta il vero non è verosimile. - Non era la prima volta che Amorevoli, saltando pel muro di cinta, recavasi nel giardino di casa V... dopo mezzanotte, ovvero sia dopo finito il teatro; e non era la prima volta che la contessa, quando batteva un'ora all'orologio dell'Ospedale Maggiore, discendeva nella biblioteca situata al piano terreno del palazzo, la quale, per un grande finestrone arcuato, rispondeva al giardino; finestrone difeso da un'inferriata a modo di cancello, tutta messa ad oro e foggiata a ricchissimi rabeschi. - La contessa, stando di dentro, sentiva le proteste d'amore dell'infuocato Amorevoli, il quale protestava inoltre contro quel cancello che non aveva mai voluto essere aperto, e che serviva alla contessa e di parlatorio e di fortino. - Come, del resto, e quando donna Clelia e il tenore della stagione di carnevale siensi dati l'intesa per trovarsi a que' notturni abboccamenti è quello che non si sa.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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