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      Mezza dozzina di giovani sedevano là intorno ad un gran braciere; uno teneva la paletta, e pareva colui che, per diritto di eloquenza, desse l'avviamento a' discorsi; intorno a quella mezza dozzina, che potea passare per il direttorio, stavan raccolte da trenta o quaranta persone, le quali or crescevano ed or scemavano, a seconda di chi andava e veniva; l'attenzione però era profonda.
      - Voi dite - così parlava quel della paletta, che è improbabile che il tenore Amorevoli siasi introdotto nella stanza del morto per rubar carte importanti; e chi non lo dice e non lo crede? bisognerebbe essere un gran mellone solo a sospettarlo. Ma, cari miei, mi rincresce a dirvelo, altro è che una cosa sia inverosimile, altro è che non possa essere possibile. - Chi sa tener dietro alla possibilità... essa è un mare senza fine e senza fondo... e la legge non può pescare in quel mare, e i giudici del Pretorio e quelli del tribunale e il collegio dei giureconsulti potranno tenersi le loro convinzioni in petto, e basta lì; ma se non vien fuori l'uomo che davvero ha fatto il colpo, chi si trovò al suo posto, suo danno.
      - Ma che interesse volete voi che potesse avere il tenore?
      - Ma chi parla ora dell'interesse? cosa c'entra l'interesse? Se qualcuno avesse tirato una schioppettata al tenore, perchè il tenore per combinazione venne a trovarsi al posto del birbone fuggito, che cosa valeva il dire - egli era innocente? - Lo so anch'io. Ma fu ucciso perchè il maledetto accidente ha voluto così... Or fate conto che tal sia della legge: essa tira su chi si trova in mal punto, e a chi è toccata è toccata.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Amorevoli Pretorio