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      - Gli scolari del ginnasio e del liceo di Sant'Alessandro eran nemici giurati di quelli, per esempio, del ginnasio di Santa Marta, o di quelli di Brera; e questi, non volendo patire insulti, respingevano i nemici armata mano, vale a dire colle munizioni scolastiche, quali i pennajuoli, le righe, le cinghie di pelle, i temperini che convertivano l'ostilità di convenzione in ostilità vera, e le antipatie in furore, e le ragazzate in fatti gravi e in occasioni di affanni alle famiglie. Spesso gli assaliti diventavano assalitori, e l'esercito del ginnasio di Brera, che aveva la riserva formidabilissima degli studenti di disegno, armati di squadra e compasso, trasportavan la guerra fuori del proprio nido, e inseguivano i nemici fin nelle loro sedi come gli antichi Romani. La contrada del Fieno e la piazza dell'Albergo Imperiale parlano ancora di queste guerre, a chi sa interrogarle, come i campi di Zama e di Cartagine. Noi stessi poi ci ricordiamo come alcuni scolari di retorica, che avevano appartenuto a quei tempi gloriosi, guardassero a noi, scolari novizj di prima classe, con quell'aria di pietà e di dileggio con cui un veterano di Waterloo guardava ai molli giovani cresciuti dopo la restaurazione.
      Codesta pericolosa consuetudine, di che a' nostri tempi fanciulleschi non era rimasto che la ricordanza, ricordanza che qualche rara volta provocava lo spirito d'imitazione, ora, per fortuna, è scomparsa affatto; ma invece trovavasi nel suo massimo vigore nel secolo passato. Quanto più era rigoroso e quasi tirannico il regime casalingo de' nostri padri, tanto più i giovanetti reagivano a quel rigore, allorchè eran fuori della vista paterna e materna.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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