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      .. quel silenzio comanda che illuminiate la giustizia. Se voi dunque, confessando imperterrita e senza rispetti umani il vostro fallo, siete la sola che potete salvar colui, dovete farlo e tosto. Salvarlo e dimenticarlo, e non voler rivederlo, e non attendere di esserne ringraziata, e non riposarvi troppo nella compiacenza d'averlo salvato perchè guai! Vostro marito è sempre il vostro marito.
      Questa parola fece dare un guizzo come di paura a tutte le fibre convulse della contessa... che alzò gli occhi al cielo, quasi esclamasse: - Sono perduta!
      - Voi tremate, cara la mia donna, tremate come una foglia. Ma abbiate coraggio, non è detto poi... Infine non fu che un colloquio... Ben è vero che l'amor proprio e l'idea dell'onore talvolta è più forte e più violenta, e più inesorabile dello stesso amore tradito. Ma l'atto vostro generoso diminuirà la vostra colpa in faccia al mondo, e il mondo può essere mediatore d'indulgenza con vostro marito. Una riparazione fatta con coraggio generoso, quasi quasi concilia la colpa medesima col senso morale, e se vostro marito non perdonasse, il mondo condannerebbe lui. E voi nella stessa solitudine del ripudio, sarete ancor rispettata nella vostra nuova virtù; alla quale però è imposto, perchè possiate per sempre e davvero essere rispettata, di essere incrollabile per tutta la vita.
      La contessa taceva e perchè non trovava nulla che le facesse parer men saggio il consiglio di donna Paola e perchè, d'altra parte, non sapeva ancora indursi a prometterle di adempire quella risoluzione, necessaria in faccia al dovere, ma pericolosissima nel tempo stesso.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Paola