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      E pare inoltre, che, alla metà del secolo passato, il Pretorio non serbasse tutte le sue antiche attribuzioni, ma ne avesse invece in gran parte di simili a quelle dell'odierna pretura urbana, con una sezione per le cause criminali.
      Colà si instituivano i primi esami e si assumevano le prime informazioni, per passarle poi al capitano di giustizia; sebbene ci siano documenti pe' quali è provato che, anche solo dietro relazione definitiva del giudice pretore, o dei giudici del cavallo o del gallo, si passasse alla condanna degli accusati.
      Ora, lasciando da parte cotali questioni che non hanno che qualche lieve rapporto colla natura de' fatti che noi raccontiamo, e desiderando solo voglia taluno stendere una descrizione della città nostra, che completi e continui quella del Lattuada, che si ferma al 1735; diremo che, se Lorenzo Bruni aveva tanto fatto per mettere a nudo la verità, e ben potea dire d'esserci riuscito nel modo il più trionfante, sebbene illecito, come que' capitani che vincono una battaglia per avere saputo ridersi del diritto delle genti; la verità, appena comparsa, fu trattenuta indietro a viva forza, e persino si tentò di farla scomparire, tanto che Lorenzo non aveva altra certezza se non questa, d'aver saputo trovar la maniera d'andar in prigione e di trarsi dietro il povero Clavelli, senza aver trovato poi quella di farne uscire Amorevoli. - Avendo esso, al primo interrogatorio, per le sue buone ragioni, confessato il fatto senza titubanza, e in conseguenza di ciò, essendo stato inviato, benchè in carrozza, perchè pagata da lui, al palazzo del capitano di giustizia, quando colà ebbe a subire il secondo interrogatorio, la sua condizione si venne terribilmente peggiorando.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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