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      - La disperazione, per esempio, non accetta mai le sue leggi dalla ragione, ma si sottomette, sebbene inconscia, alla spinta cieca dell'istinto, ed egli è per questo che qualche volta i suoi consigli sono un sublimato di prudenza.
     
      Una salus victis: nullam sperare salutem.
     
      Applicando ora queste nostre riflessioni alla condizione speciale della contessa Clelia, se, dopo avvenuta la catastrofe del finto Amorevoli e del deliquio, tre uomini di consiglio, come soglionsi chiamare, si fossero uniti per risolvere in fretta e in furia quel che la sventurata avrebbe dovuto fare, è assai probabile che non avrebbero dato il più sano parere.
      E, in quanto a noi, siamo specialmente convinti che si sarebbero ben guardati dal dirle: Fuggite, e senza perder tempo, e sola e in qualunque modo ciò vi riesca. Eppure, a pensarci bene, era questo il partito più conveniente che rimaneva alla contessa. Anche noi, dobbiam confessarlo, quando sentimmo per la prima volta che donna Clelia era scomparsa dal teatro, abbiamo fortemente sospettato non le avesse dato di volta il cervello; ma poi, a nostro dispetto, dovemmo convenire che un consiglio di tal fatta non le poteva esser venuto che da Salomone; tanto la disperazione avea tenuto luogo di sapienza! A rimanere a Milano e nella sua casa, come poteva sopportare la presenza del marito? e poi, chi sa cos'avrebbe potuto fare quello spagnuolo inferocito? Come sostenere lo sguardo della madre? come rispondere, cosa dire? Con che fronte uscire in pubblico ad incontrare gli sguardi di tutta la città? Come resistere all'insultante pietà delle rivali trionfanti?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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