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      La contessa aveva dunque raccolto dalla terza lettera l'arresto di Lorenzo Bruni, tutore della Gaudenzi; aveva maravigliato al racconto della maschera di cui era stata la vittima; si era consolata al pensiero che Amorevoli era ancora in prigione; che sorta di consolazione! ma il cuore umano è fatto così. Aveva saputo le pratiche che in sui primi giorni i parenti di lei, la madre, il marito avean fatto per tentare di venire sulle sue traccie, ma come s'eran poi racquetati. Se non che donna Paola aveale scritto che a Milano correva qualche voce, non sapeva poi in che maniera, della sua dimora nella città di Venezia, e che però attendesse a stare nascosta e ritirata; che in ogni modo le avrebbe fatto noto prestissimo se potesse trattenersi a Venezia con fiducia, o le fosse necessario rifuggirsi ad altro luogo, con maggiori cautele di quelle che si erano usate prima. Non è dunque a dire quanto, dopo avere appagato lo slancio generoso della sua pietà, si pentisse del non essersi saputa misurare e tener nascosta pur nel momento ch'era accorsa all'altrui soccorso. Se avesse saputo che, nell'intenzione di tutto il patriziato amico de' suoi parenti, si desiderava invece che ella stesse lontana da Milano, e si fingeva di non conoscere dov'ella si fosse ricoverata, perchè alle loro mire giovava il supposto che Lorenzo Bruni, più che della contravvenzione alle leggi sulle maschere, fosse colpevole d'un rapimento eseguito da altri per conto suo, non si sarebbe dato tanto affanno dell'essersi fatalmente incontrata coll'ex-lacchè di casa F... Del rimanente, se donna Clelia poteva aver qualche timore della presenza del Galantino in Venezia, non è a dire quanto costui, dopo il sobbollimento della prima sorpresa, e dopo la prima furia, maledicesse cento volte la coincidenza del trovarsi la bellissima giovinetta Zen nel palazzo dirimpetto al quale doveva venire a dimorare la contessa Clelia V... Ma ciò che lo coceva e gli metteva in cuore di strane paure, chè ben egli sapeva come stava, era quell'essere stato sì tosto riconosciuto, trasvestito qual era e pur fra l'oscurità; onde mille altri sospetti gli entrarono nell'animo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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