Pagina (209/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Ma chi può prestar fede a una tale bizzarria?
      - Non è detto che una cosa bizzarra non sia una cosa vera. Qui sta il punto... Quante volte è capitato a me, quante volte sarà capitato a te, in villa, di saltare un fosso per entrare in un parco altrui, onde guardare cosa c'era di bello e di nuovo.
      - Chi non lo sa che un tal ghiribizzo può capitare a chicchessia? ma in villa, ma di giorno; non in una città, non di notte, non nel mese di febbrajo.
      - Sia qual tu vuoi, ma tu devi piantarti qui e addurre l'esempio di fatti consimili; poi c'è a tener conto della professione di cantante, la quale dà il diritto ad esser più matti degli altri. E poi c'è la vita passata del tenore, tutta senza rimproveri, per il caso ond'è imputato, almeno; poi c'è la sua agiatezza e i pingui quartali che vorremmo aver noi giovinotti di famiglia, che abbiamo i berilli sul borsellino, ma di dentro c'è poco o nulla, perchè i nostri buoni padri ci voglion troppo bene... non è egli vero, Benedetto mio caro? - E poi c'è la sua condizione di forastiero, e d'uomo che non è mai stato in Milano, e che per conseguenza non deve conoscer la pianta delle case, al punto da passeggiarci dentro e passar per le fessure come un topo domestico; e qui non sarà male il mettere un po' di ridicolo che faccia rilasciare i muscoli troppo tesi dei magnifici signori senatori. Alle volte val più un epigramma ben scagliato e a tempo, che tutte e tre le parti d'un'orazione ciceroniana... E poi già, non mi pare che si vorrà star tanto sodi sulle formalità; quante volte elle si dimenticano per peggiorare la condizione d'un galantuomo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Benedetto Milano