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      - Oh che sapienza è l'ignoranza! pensava tra sè Pietro Verri, mentre sorrideva alla Gaudenzi. - Attendete dunque, soggiunse poi, a mettere il vostro bel cuore in pace; poichè se la legge fu fatta per un fine ragionevole, non è poi detto che non si debba tener conto della buona intenzione di chi l'ha trasgredita, trasportato da un nobile riguardo e da una nobile passione...
      - E di chi l'ha trasgredita, continuò vivacissimamente la Gaudenzi, perchè in quel momento non c'era altro mezzo di far cessare una perfida calunnia.
      - E per questo io mi confido di poter riuscire ad alleggerire al possibile la condizione del vostro signor Lorenzo.
      - Come ad alleggerirla? domandò piena di dolorosa meraviglia la Gaudenzi... Ma non è a sperare che lo possan mandare assolto in su due piedi?...
      - Tranquillatevi, cara mia, ma per bene che vadan le cose, converrà pure che voi siate disposta a un lieve sacrificio...
      - Qual sacrificio?... dite, dica, io son parata a tutto.
      - È un sacrificio che non dipende dalla vostra volontà, ma solo dalla vostra pazienza; perché mi rincresce a dirvelo, cara mia, ma per un sei mesi almanco converrà che vi adattiate a restar priva della vista del signor Lorenzo...
      - Oh... questo non sarà mai, signor conte; io mi scioglierò in lagrime ai piedi del signor governatore, e otterrò la grazia. E se il governatore starà inflessibile, metterò sossopra mezzo mondo.
      - Tranquillatevi, e prima di far passi, lasciate che io faccia i miei; che se fosse necessaria la vostra cooperazione immediata, ho io la persona che, se è possibile far miracoli, ella li sa fare davvero.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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