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      - Ma... volevate che a ventidue anni lo tenessi ancora in collegio?...
      - In collegio no... ma mettergli accanto un uomo di proposito, un sacerdote di vaglia...
      - Se la mia severità non è valsa a nulla, che cosa volevate che facesse un prete?
      - Voi vedrete quel che ne farò io di Cesarino, perchè bisogna che ne prenda io stesso la cura. Suo padre è troppo dolce. Se si vuole, il fanciullo è pieno d'ingegno, e in collegio lo chiamano il piccolo Newton; ma quanto è maggiore l'ingegno, tanto son maggiori i pericoli; ond'io veglierò... così avessi vegliato ne' giorni che da Parma venne a Milano questo carnevale; perchè si trovò spesse volte col vostro Pietro... il quale non so che malefizj abbia fatti a quel ragazzo, che mi venne fuori un giorno con certi propositi, i quali non mi piacquero niente affatto.
      - Davvero?
      - Per l'appunto.
      - È dunque bisogno di qualche provvedimento serio a riguardo di mio figlio... Son dieci giorni che mi venne in mano quella difesa, e quando l'ebbi letta non ho più permesso ch'ei mi comparisse dinanzi. Ma quel che più mi fa dispiacere si è, che non manca d'ingegno... e quello scritto... mi dà a divedere che, se fosse meglio diretto, potrebbe...
      - Ma dove è andato a pescare tutte quelle idee, diciamolo pure, rivoluzionarie contro i nobili e contro le autorità? Ma sapete che c'è voluto un bel coraggio?
      - È questo appunto ciò che m'affligge, e tanto più che... son cose che si pena a dirle... ma pur troppo s'è fatto male a non far caso della contessa, in quel malaugurato processo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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