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      La bellezza fatta gustare dalla vivacità dell'espositore attraeva i giovani ingegni, i quali, una volta fermati nella contemplazione di quella bellezza medesima, s'infervoravano negli studj, dei quali s'appigliavano poi a taluna delle molteplici diramazioni a cui si volgeva col tempo la speciale loro vocazione. Parini spiegando un'ode d'Orazio, per l'associazione spontanea delle idee e per la sua naturale facondia, divagava a più cose; e gli scolari in quelle divagazioni imparavano ad interrogare sè stessi per determinarsi poi ad una disciplina speciale. Però anche nel maggior progresso de' tempi sarebbe sempre stato avverso il Parini a quella infesta enciclopedia onde si condannano a stanchezza anticipata le menti giovanili nel punto medesimo che si profumano d'orgoglio; chè, per codesta enciclopedia, si trascura, quasi come accessoria, l'arte prima di dare ordine logico e forma decorosa al pensiero, la quale, appresa nei classici prosatori e poeti, cosparge di gentilezza perpetua tutta la vita, e da essa scaturisce poi il desiderio di riparare a scienze più sode, ma in quella età che è robustissima a comprenderle, a trattarle e a dominarle. Da fanciulli imbrattati di polvere enciclopedica, che hanno ridotto l'intelletto come una pietra lavagna continuamente scritta e continuamente cancellata dallo sfregatojo, e ammaestrati a disprezzare la forma del pensiero, quasi che la forma non fosse un modo del pensiero stesso, non potranno uscire uomini capaci a far progredire nè un'arte nè una scienza mai.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Orazio Parini