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      Ma, più che codesta nostra incompleta e nel tempo stesso troppo lunga digressione, a mostrare come dovrebb'essere governata l'istruzione letteraria, basterebbe che si potesse riprodurre qui al vero e al vivo una di quelle lezioni che il Parini faceva a' giovinetti a lui affidati. Donna Paola, assistendovi quotidianamente, aveva imparato a stimare di giorno in giorno sempre più il giovine maestro, e tanto più che di mezzo all'esercitazioni letterarie, quando il tema lo eccitava, egli usciva in certi schianti, diremo così, di bile generosa e di caldissima eloquenza, a cui era fomento la nativa severità del suo costume.
      Donna Paola lo ammirava, e sentiva pietà del suo povero stato, e avrebbe voluto in qualche modo poterlo soccorrere, se non vi si fosse opposta la dignitosa fierezza del giovine.
      Questi intanto continuava la sua lezione, ed ella ascoltava in silenzio. Se non che pareva preoccupata da qualche altro pensiero e quasi le tardasse che non si desse fine alla lezione; perciò quando il Parini fece una lunga pausa al discorso:
      - Badate che si fa tardi, ella disse, e voi, come di solito, trascinato dall'amore degli studj e dallo zelo per l'educazione de' giovani, trascurate il vostro interesse. Per oggi dunque può bastare... e voi, disse poi rivolta ai figli, potete fare una passeggiata col domestico.
      I due giovinetti si alzarono, fecero un saluto gentile al Parini, baciarono la mamma, e uscirono.
      - E così, che vi pare di questi miei figliuoli?
      - Io ne spero assai bene. Carlo ha più rapida perspicacia; Arrigo è più tardo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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