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      Ed era quel Bianchi Antonio ammirato pel suo raro talento poetico, di cui lasciò prova in due poemi, nei quali tra molti errori di scienza e di lingua, v'è imaginazione straordinaria ed estro vivacissimo.
      Il titolo di essi, nelle edizioni da noi vedute, è: Davide re d'Israele, poema eroico sagro di Antonio Bianchi, servitor di gondola, veneziano (Canti XII, Venezia 1751 in fol.); Il tempio, ovvero Salomone (Canti X, Venezia 1753 in 4.°). Vi sono poi altri poemetti comici, quali La cuccagna distrutta, La formica contro il leone, oltre l'oratorio drammatico Elia sul Carmelo. Quando al Bianchi che ad onta della sua condizione di poeta, non cessò mai in tutta la sua vita di far il gondoliere, fu proposto quel servigio e gli fu nominata la gentil donna lombarda, non istette in sulle pretese, e fu tosto a comandi della contessa Clelia. Così, quando Amorevoli capitò in Venezia, era già da tre giorni che la contessa usciva a diporto in gondola tutta sola col suo gondoliere-poeta; e nella sera, quasi nel punto stesso che Amorevoli lasciò lo Scudo di Francia, essa discendeva la scalea di casa Salomon ed entrava in gondola. Antonio Bianchi era un giovane di trent'anni appena, veneziano di sangue puro, tra' più valenti al remo, e onorato di più bandiere nelle celebri regate veneziane; natura schietta di poeta, esso era entusiasta e fantastico, di modo che, avendo saputo anch'esso le avventure della contessa, ed essendogli stato detto come fosse una gran dotta, si compiaceva che gli fosse toccato in sorte di poterle presentare i proprj servigj.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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