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      Bastonare, frustare, sfregiare in qualche modo l'effeminato e petulante e plebeo cantore, com'esso lo chiamava, era il voto supremo della sua mente in ebollizione, ma bisognava pure che si presentasse un'occasione. Bene si ricordava dello sfregio fatto a Voltaire da quel tal duca irritato dalle sue punture; ma cogliere un uomo all'impensata e farlo bastonare da mani prezzolate gli pareva un'azione vilissima, e indegna di cavaliere e di soldato. Dovevasi pertanto cogliere un'occasione plausibile; ma per coglierla era necessario che l'occasione venisse e spontanea e tale, che il mondo potesse dire: - Č giusto che colui sia stato bastonato. - E in quanto alla contessa?... Ahimč, che pensando a lei il colonnello si smarriva in un abisso di dubbj.
      Ei non era nč determinato, nč focoso, nč innamorato, nč geloso come Otello. Non era assassino come Pietro de' Medici; non efferato come il duca di Guisa; non era cupo e taciturno come Nello della Pietra; non longanime come il Lopez dalla vendetta segreta; bensė in quel suo testone di ceppo e in quel suo cuoraccio da galantuomo era una miscela di tutti questi ingredienti. Ma val pių una goccia di acido prussico a produrre i subiti effetti, che dodici elementi che si faccian guerra a vicenda; onde egli si affannava senza costrutto e senza mai sapersi determinare a cosa nessuna; al pari del tenore Amorevoli aveva anch'esso, in quella sera, pagato lautamente, se non un gondoliere, un servitore di piazza, per sapere tutto quello che gli occorreva di sapere; nč per questo i denari erano stati mal spesi; col verboso cicerone era stato in gondola a visitare i luoghi, il rio san Polo, il palazzo Salomon, la scalea, la finestra, la porta del lato della calle, tutto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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