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      Il servo, come sappiamo, fece quel che fece, ma quando venne respinto dal tenore, non sapendo che risolvere, perchè di fuori erano molti camerieri che adocchiavano, risalì agli appartamenti del padrone a riferirgli la risposta... Il conte stava in ascolto... quando gli giunse all'orecchio quel do di petto sopracuto che lo fece spiritare, onde, senza rispondere, discese precipitoso e formidabile, come un orso che affamato si rotola dal monte se mai gli venga veduto un giovenco sbandato alla campagna. Discese e bussò sì forte, che Amorevoli dovette aprire... e si vide innanzi, non certamente aspettato... il conte grande e grosso e fiero, il conte che molte volte dalla ribalta aveva veduto in palchetto.
     
     
      VII
     
      Che la vista improvvisa del conte V... facesse un'ingratissima sorpresa ad Amorevoli, ognuno lo può credere senza fatica. Si scolorò nel viso, fece un passo indietro perplesso, e, in una parola, mostrò di fuori tutti i segni di chi si lascia cogliere dal timore; ma tutto dipendeva dalla sorpresa.
      - Or che si fa? gli disse il conte.
      È così vero che l'effetto della musica deriva tutto dal colorito, che quella domanda del conte, per sè stessa così semplice, fece avvicinare di qualche passo all'uscio della camera d'Amorevoli i camerieri che si trovavano là presso e i forestieri ch'eran discesi, chè l'inflessione della voce e l'accento fece parer terribili quelle pur così insignificanti parole.
      Un momento di riflessione però era bastato perchè Amorevoli si rimettesse, come suol dirsi, in sella, onde a quella domanda del conte:


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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