Pagina (324/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Oggi il monotono e gretto frack di panno nero, e i calzoni attillati del marito, si smarriscono nelle volute e nelle sinuosità del guardinfante risuscitato dalla moglie ingrossata. Oggi il signore sotto i soli d'Italia porta il soprabito di guttaperca, che ci fa sentire il ribrezzo delle nebbie inglesi impregnate di filigine; mentre poi sul serpe della carrozza parigina il cocchiere reca l'impronta di una vecchiezza anticipata sotto la parrucca a tre giri del senator Tredenti; e nelle case la stessa sconcordanza perpetua, e negli addobbi e negli ornati sempre una ricchezza senza logica e che rinnova l'immagine oraziana del mostro equino.
      Rifacendoci coi nostri personaggi, a tre ore di notte Amorevoli portossi al palazzo Pisani, dove s'incontrò in Luchino Fabris, musico di gran merito, imitatore fortunato del celebre Egiziello. Essi eransi trovati insieme viaggiando più volte, e avevano stretta amicizia; ma, per combinazione, non eran mai stati scritturati a cantare insieme nè in un medesimo teatro nè in una città medesima, onde si conoscevano per fama, e avevano il desiderio di sentirsi a vicenda.
      - Ho caro assai di vederti qui, disse il Fabris ad Amorevoli, e finalmente udrò la tua voce.
      - Ed io avrò il dispiacere di fartela sentire in un cattivo momento, disse Amorevoli. Non sto niente di lena, e cento cose mi dan noja.
      - So tutto, amico mio, ma sono ingredienti quelli che non scemano punto il colorito al canto. Tu vedrai la contessa, e...
      Amorevoli finse di aver preoccupata l'attenzione a qualche oggetto, e non rispose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Italia Tredenti Amorevoli Pisani Luchino Fabris Egiziello Fabris Amorevoli Amorevoli