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      Ma gli è forse permesso ignorarlo? Esso è nientemeno che il re della festa.
      - Chi? il conte Algarotti?
      - L'Algarotti... sì signori... plebeo di Venezia, conte di Prussia, ciambellano di S. M. il Re Federico, cavaliere del Merito, consigliere intimo del Re di Polonia, consultore del duca di Savoja, di quello di Parma, del Papa; membro di tutte le università, socio di tutte le accademie che furono, che sono e che saranno: astronomo, poeta, pittore, architetto, suonatore di violino... Di molti si suol dire che cosa è... di costui bisogna dire che cosa non è... Tuttavia quel ch'ei valga davvero, lo si conoscerà da qui a cinquanta e meglio ancora da qui a cento anni. Intanto ha la tosse, e un polmone che si rifiuta a fare il suo solito servizio. Padroni riveriti.
      Così dicendo, quel gentiluomo si mescolava tra folla e folla.
      - Che costui sia un qualche letterato o poeta, razza invidiosa e malefica? disse il musico Fabris, il quale scontrandosi in quel punto faccia faccia con un uomo tutto vestito di nero, alto e magro, ch'ei ben conosceva:
      - Signor abate, disse, vorrei sapere il nome di quel giovinotto lì alto e stecchito, con cui testè ho parlato e che or sorride a quella dama.
      - Se non amate ch'altri vi tagli i panni addosso, fate di scansarlo... Egli è il conte Carlo Gozzi, il quale ha il cervello fatto di fegato, onde se schizza fiele e bile ad ogni parola, la cosa è naturale.
      - Addio Luchino, e via.
      - Chi è questo prete? domandò Amorevoli al Fabris.
      - È il celebre abate Chiari.
      - Ma perchè non presentarmi a lui, che lo avrei ringraziato?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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