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      Dunque lascia fare a me a trarre in ballo questo signor conte; che se ricuserà, lo assalirò di tratto, senza dirgli nè asino, nè bestia; onde, se gli è cara la vita, dovrà pur mettersi in sulla parata. Chi sa mai, caro Amorevoli, ch'io debba farti il piatto a dovere, e che il conte sia venuto a Venezia per trovarvi una tomba fatta d'acqua salsa e d'alghe marine? Ma a proposito, dov'è questa signora contessa? Io sto scrivendo qualcosa intorno ai principj dell'armonia musicale contenuta nel genere diatonico, e in questo lavoro non posso disimpacciarmi da certe formole numeriche. A lei dunque, ch'è gran matematichessa, come sento dire, vo' dare a leggere il manoscritto. Così farò la sua conoscenza. Io già ho cinquantott' anni, e tu non devi aver gelosia di me.
      Ma il maestro Galuppi, a fermare codesta velocissima parlantina del celebre violinista:
      - Ora è venuto il momento, signor mago, gli disse scherzando, di evocare il vostro diavolo, e di mettere lo spavento in tutte queste leggiadre gentildonne.
      Per comprendere queste parole del maestro Galuppi, dee sapere il lettore che in quella sera Tartini doveva eseguito appunto quella sua celeberrima sonata, così detta del Diavolo da uno strano sogno ch'esso avea fatto, e che gli aveva messo il pensiero di trarne una composizione musicale.
      Avendo il Tartini, a queste parole di Galuppi, preso il proprio violino, l'Algarotti dalle matematiche balzò di tratto a parlar di musica; che era una sua speciale ambizione, quando trovavasi con qualche persona nuova, di percorrere tutto quanto l'ambito delle scienze e delle arti, per far maravigliare chi l'ascoltava, della sua straordinaria versatilità.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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