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      Il dottor Gallaroli e Patrini tornarono a guardare in faccia al dottor Moscati con quell'atto di chi non comprende nulla.
      E il Moscati:
      - Va benissimo che i preparati anatomici e le lezioni di chirurgia pratica e quelle di medicina non ci devan lasciare il tempo di pensare alle cose di questo mondo. Ma il sole e la luna si vedono, come il freddo e il caldo si sentono anche senza volerlo, perchè sono essi medesimi che si fan vedere e sentire. E così è del fatto presente. Non sapete dunque quel che si dice in tutta Milano, che cioè il lacchè Suardi deve aver trafugato un testamento per insinuazione del... sì, signori, del conte?
      - Che? cosa dite?
      - Oibò!!...
      - Oibò? perchè oibò? vediamo. L'accusa per cui il lacchè Suardi è ora al Capitano di giustizia, è precisamente ch'esso abbia rubate delle carte preziose al marchese defunto, tra le quali un testamento, e un testamento a favore d'un suo figlio naturale. Questo testamento a danno di chi era? Del conte. La scomparsa di questo testamento a vantaggio di chi era? Del conte. Il lacchè a trafugare delle carte cosa poteva guadagnare per sè? Niente. Qualcuno dunque lo dee avere istigato. Chi dunque? Colui solo che ci ha interesse. E chi può essere questo colui? Il conte. Vi parrebbe ancora di sbagliare a credere che non può essere che il conte?... Suvvia dunque... già io non vado dall'illustrissimo signor capitano a ripetere queste parole, che del resto sono in bocca a tutta Milano. Nè io voglio dire in giudizio che la causa per cui l'anguilla di Comacchio si fermò sullo stomaco del signor conte, fu l'annuncio improvviso della cattura del lacchè, nel punto precisamente che i fluidi gastrici lavoravano a manipolare il suo chilo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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