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      L'uomo allora finge ed esagera sentimenti in tutto opposti a quelli che gli si agitano in petto, di modo che talvolta ei si rivela per l'eccesso appunto della finzione medesima; e il conte si rivelò in fatti a molti de' commensali che notarono ogni cosa e tacquero; si rivelò persino, chi mai lo crederebbe, allo stesso dottor Gallaroli, uomo naturalmente acuto e scaltrito da una lunga esperienza, tanto acuto e tanto scaltro, che finse di esser caduto dalle nuvole quando il sincero e sciolto e burbero dottor Moscati non dubitò di dire quel che pensava. Ma se quella notizia fu tanto micidiale al conte, da fargli l'effetto dell'acqua dei Borgia e dell'arsenico, non lasciò intatto nemmeno l'agente Rotigno, come è facile a credere. Benchè fornito com'era dalla natura di un corpo robusto e inquartato come quello d'un cavallo da stanga, e avendo colorito il volto da quel colore permanente che par vernice metallica e che non permette di distinguere un uomo in deliquio da uno che ha ben bevuto, non ne lasciava trapelar nulla all'esterno. Nessuno però dei nostri lettori più infelici e malcontenti della vita avrebbe potuto invidiarlo; chè in otto giorni e otto notti, se riuscì a sfiorare tre o quattr'ore di dormiveglia, s'arrischia a dir troppo.
      Ben è vero ch'egli aveva prese tutte le precauzioni, onde, anche nel caso che il Galantino fosse stato posto alle strette, non potesse nominare l'uomo da cui aveva tenuto il mandato, perchè egli non gli s'era dato a conoscere; ma nel tempo stesso avea potuto accertarsi che il lacchè avea, come suol dirsi, mangiata la foglia, e nel caso di un buon tratto di corda che gli avesse fatte veder le stelle anche di giorno, avrebbe presto dato fuori i nomi per cercar sollievo o trarre altrui nel laccio.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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