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      Ma nell'una era un sospetto, nell'altra era una recente memoria che la faceva timorosa della presenza di quella venerabile donna. - E codesta peritosa freddezza della contessa, accrebbe in quel punto i dubbj di donna Paola, di maniera che, per un movimento istantaneo, il suo volto assunse l'espressione della più severa austerità.
      Partito il servo, rimaste sole, aspettando la contessa, altre parole, e vedendo perdurare donna Paola in quella gravità ch'ella non sapeva spiegare:
      - E che cosa è avvenuto, esclamò, perchè io non veda più il sorriso benevolo su quella vostra santa faccia?
      Dir queste parole, gettar le braccia al collo di donna Paola e prorompere in pianto fu un punto solo. La mestizia acerbissima del viaggio solitario, i timori, le rimembranze che da molte ore le avean fatto nodo insopportabile al cuore, si sciolsero in quello scoppio di lagrime.
      Donna Paola sentì sottentrar tosto la commozione alla severità, e riabbracciando la sventurata:
      - Oh, fate animo, disse, io sono sempre la stessa per voi. Sedete e tranquillatevi... e faccia Iddio che...
      E qui s'interruppe, perchè non le parve il momento opportuno di uscire con disgustose interrogazioni.
      Ma se donna Paola per allora aveva creduto bene di tacere, la contessa dopo qualche momento:
      - Or io vorrei sapere, disse, la cagione per cui, con gravissimo scandalo, il Senato sollecitò il doge di Venezia a farmi partire da quella città e, sebbene con apparenze onorifiche, a mandarmi qui custodita e guardata, in conclusione, come si pratica coi malfattori.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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