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      La sua cattura essendo avvenuta subito dopo la visita ch'egli venne a farmi, per indurmi con impudenza inaudita quasi a rendermi complice dell'insidia in cui egli stava per trarre una inesperta fanciulla veneziana di casato patrizio, ch'io per avventura potei giungere in tempo a salvare dalle scellerate sue mani; dovette necessariamente fargli credere che l'accusa potesse essere venuta da me, essendosi egli smarrito contro la natura sua, e avendo perduto la sfrontatezza e l'audacia quand'io, con sua sorpresa, gli toccai del sospetto che si aveva di lui pel fatto del defunto marchese. Chiunque avesse osservata la faccia di quel ribaldo, quando io lo colpii all'impensata, non potrebbe oggi dubitare nemmen per ombra della sua reità... Per tutte le quali cose persuaso il costituito Suardi che da me gli sia venuto il colpo, ha voluto vendicarsi e, ingegnosissimo qual è e astutissimo, ha saputo sì ben fare e sì ben dire, ch'è riuscito a trarre in inganno anche voi. Del rimanente, quand'io scrissi quella lettera alla venerabile donna Paola, la pregai di non farne motto con veruno, perch'io non intendevo di farmi accusatrice di nessuno al mondo, nemmen de' ribaldi; ma ella, che ha più sapienza di me, ha pensato che, quando l'indulgenza verso i tristi torna a danno, e a gravissimo danno di sventurati innocenti, tosto si converte in colpa; e però di quella mia lettera fece un atto d'accusa.... accusa che oggi maturatamente io rinnovo, supplicando l'alta giustizia di questo tribunale a non intralasciare indagine nessuna, a non fermarsi alle ingannevoli apparenze, a inseguire il vero con insistenza, perchè trattasi di un povero fanciullo derelitto, trattasi di una sventuratissima donna lasciata nella miseria a macerarsi della colpa altrui.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Suardi Paola