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      Ed or lasciamola andare al suo destino, chè la raggiungeremo tra poco.
      Nel cortile trovavasi contemporaneamente una mano di giovinotti buontemponi, con cui ci siam già affiatati altra volta al caffè del Greco, ci pare al mercoledì grasso; e che, se non è assolutamente necessario, non è nemmeno tempo gettato a sentirli anch'essi, e tanto più che ci troviamo avere a' nostri comodi un quarticello di ricreazione.
      Era dunque la solita compagnia del caffè del Greco, trascinata dall'ozio e dalla curiosità fino al Capitano di Giustizia per appurare le notizie del giorno indietro e per raccogliere quelle della giornata, un po' tempestando il custode, un po' qualche usciere che per caso discendesse; un po' qualche assessore, o auditore, o notajo, o scrivano amico. Tra quella schiera di buontemponi felici, si trovava, già s'intende, anzi stava a capo di tutti, quel chiacchierone indomabile che già vedemmo seduto colla paletta in mano al braciere d'inverno del caffè.
      - Ma sapete che è una giornata curiosa questa! (era esso che parlava). Il palazzo del Capitano di giustizia ha cambiato faccia... e se la va innanzi di tal passo, il teatrino si trasloca qui. Carrozzoni con tre livree, contesse in gran gala, conti e contini e baroncini e marchesini che passeggiano su e giù per gli atri e per le scale. (Erano infatti i nobili praticanti e i patrocinatori dei carcerati). Per ultimo ballerine col carrozzone del teatro... è qui Zampino in persona, Zampino in livrea... Sta a vedere che fra poco questo cortile sarà la platea, e le celle dei detenuti saranno i palchetti.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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