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      I
     
      Il giorno dopo (e correva la prima metà del mese di giugno, del che non a caso facciamo avvertito il lettore) il Galantino ritornò, com'è naturale, a quella sua vedetta.
      Ritornò, ma non uscì sul balcone, bensì stette nascosto dietro le griglie. Per quanto ei fosse fiducioso di sè e della propria avvenenza, e fosse reso baldo dalle molte e continue e facili sue vittorie, pure non avrebbe saputo giurare a se stesso d'aver fatto nella fanciulla quella profonda impressione, da cui dovesse poi prorompere la necessità d'una corrispondenza. Era ingegnoso e acuto, lo abbiam detto cento volte, e conoceva le anomalie dei cuori femminili; ma d'altra parte, nella interminabil lista delle sue avventure, non ancora era comparsa una figura sì giovane, sì olezzante di fragranza virginea.
      Era quella la prima volta ch'ei trovavasi al cospetto d'una innocenza tanto pura, mentre egli era di tanto più provetto di lei, che avrebbe potuto essere suo padre. E congetturava che l'innocenza può parere audace, può sembrar perfino d'esprimere desideri non puri, e ciò per l'eccesso appunto della illibatezza, la quale procede spensierata e confidente; e pensava che poteva essersi ingannato, e l'apparizione repentina della fanciulla e la repentina sua scomparsa riuscirne una prova fedele. Però disse tra sè, quando si pose ad aspettare in silenzio dietro le griglie: - Se ella oggi ritorna, allora non c'è dubbio, sarà quel che sarà, e nessuno m'incolpi se farò quel che sarò per fare. Se poi non ritorna...
      E la fanciulla Ada ritornò e s'affacciò: s'affacciò e si ritrasse, per affacciarsi e ritrarsi ancora, come fa la capriuola che, irresoluta, sporge la testa dalla rupe, quasi odorando il vento se gli porta rumor di cacciatori, e fugge precipitosa, per ritornar tosto a rigirar l'occhio sospettoso finchè, rassicurata, spicca il salto e procede.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Galantino Ada