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      Tuttavia le mosse ch'ei faceva nel passeggiare, più che quelle di una guardia di finanza vera e reale, parevano quelle di un attore che ne caricasse le apparenze per rappresentare un personaggio. Chè di tanto in tanto, e per atti fuggevolissimi, la trivialità, quasi assunta per proposito, tradiva una certa eleganza nativa, avendo esso la taglia spigliata e leggiadramente costituita, e la fisonomia e i contorni e i tratti del volto belli e gentili. Bensì sul fondo bianco e pallido della faccia, nella regione dei zigomatici segnatamente, si vedea soffusa una tinta come di rosso di mattone, la quale non pareva naturale, sibbene artificiosamente sovrapposta, ed era infatti l'insegna dell'acquavite e del rack di cui faceva tanto abuso. Esso non contava che ventun anni, ma ne dimostrava buonamente una mezza dozzina di più, perch'era torbida la tinta dell'occhio, il quale però, sotto all'ampio e puro arco del sopracciglio, girava con guardatura intelligente ed espressiva e soave, quando era in calma.
      Dopo brevissimi istanti rientrò il signor Suardi, e disse lesto e sommesso al Baroggi:
      - Andiamo di là che t'ho a parlare di un affare urgentissimo... Quante ore abbiamo? aspetta, e già tardi... - e così dicendo condusse il Baroggi in un gabinetto vicino.
      - Sai, continuava il Suardi, che in sull'imbrunire i commessi della Ferma devono fare una minuta perquisizione nel convento di San Filippo Neri, perchè, per sicurissime informazioni, sappiamo che v'è nascosto in gran quantità del tabacco forastiero.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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