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      .. allora è necessitato a violentar la natura propria, ubbriacandola, affinchè non si risenta del peso insopportabile che gli è imposto. Quando ho bevuto e la testa mi si esalta, posso vivere tra quella masnada di briganti che ho d'attorno. Quando ho bevuto, e il mio cuore è addormentato e i miei sentimenti sono soffocati, posso anch'io dar mano alle nequizie che si compiono per obbedire la legge. Del rimanente, sarebbe ora minor male se ci fosse il pericolo di affrontarla: ci sarebbe almeno il merito del coraggio. Ma così è una vigliaccheria senza esempio. Io so che il boja è più abborrito dell'assassino... il mondo almeno la pensa così, e c'è il suo perchè... Ora noi siamo ancor peggiori di lui, chè, se non altro, egli uccide i colpevoli, mentre noi ci facciamo il più tristo giuoco de' galantuomini.
      - Non so che dire, e può darsi benissimo che tu abbia ragione, ma se domani vuoi lasciar giù questa giubba color pistacchio e questa sciabola, bisogna che tu stasera, anzi fra pochi momenti, lor faccia guadagnare il ben servito.
      - Vale a dire?... Non afferro bene.
      - Vale a dire che tu devi far parte della spedizione del monastero.
      - Io?
      - Tu.
      - Ma perchè?
      Il Galantino stette un momento perplesso, poi soggiunse:
      - Perchè voglio che il conte Alberico F... vada al diavolo e crepi di bile.
      Il Baroggi si fece attento.
      - Caro Giulio, tu sei il primo al quale faccio una tale confidenza; ma in conclusione ho stabilito di prender moglie...
      - Niente di più naturale e di più facile.
      - Naturale sì, facile no.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Galantino Alberico F Baroggi Giulio