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      Nella medesima notte, uno dei due cappuccini accorsi al trambusto, per ordine della reverenda superiora del monastero di San Filippo Neri, riferì al Capitano, con nota scritta e firmata dalla madre priora e da tre suore maestre, come non s'eran più trovate in convento due tra le maggiori educande del monastero. Donna Giacoma Crivello dei marchesi Crivello, e donna Ada V..., figlia della contessa Clelia V..., tutelata, per esser assente la madre, da donna Paola Pietra-Incisa.
      Il giomo dopo, tutta Milano, anzi tutto il Ducato, fu pieno di codesto avvenimento, e, com'è naturale, fu portato a cielo il coraggio di quelli che avevano affrontata la guardia della Ferma per dare un esempio solenne. Ma insieme colle grandi lodi e coi lamenti pel loro arresto, corse anche la voce che coloro erano frammassoni; perchè, ad onta che il cardine fondamentale della frammassoneria fosse il segreto, pure, nei tre periodi dell'esistenza di quella società in Milano, anche per testimonianza di molti vecchi che vivono oggi, il pubblico conosceva molti degli ascritti ad essa, ond'erano additati comunemente siccome oggetti di speciale osservanza, a dispetto del tanto raccomandato segreto. Se non che una tale notizia fu un lampo che suggerì al Suardi il modo di gettar la confusione nelle teste del pubblico e dell'autorità.
      In quel dì stesso trovatosi insieme col Baroggi, dopo aver parlato molto di molte cose con esso lui, il Suardi, cacciandosi di tratto a ridere:
      - Ma sai tu, disse, che quegli originali pare che siano stati pagati espressamente da noi?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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