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      Guai se un atto qualunque, sia pur originato dal più generoso impulso e venga dall'uomo più incorrotto, si eleva oltre la sfera delle abitudini vulgari, in modo da non poter essere più seguito dall'ala del senso comune! quell'atto, di repente, girando di bocca in bocca, è soggetto a mille esami fiscali; i più vili, che non possono nemmeno concepire le buone azioni comuni, si rivoltano come serpenti alla buona azione eccezionale, la quale è gettata innanzi al tribunale della pubblica opinione come una colpa vituperosa.
      Ma per vedere come la calunnia abbia lavorato ai danni di quella donna insigne, entreremo nel caffè Demetrio per assistere al processo con cui l'ozio, onde canzonare il tempo, si spassa a far rotolare innocentemente le accuse a cui diedero la prima spinta i vili.
      Dopo quella tal giornata memorabile del mese di marzo del 1750, noi non siamo mai più entrati nel caffè del Greco o Demetrio. Bensì, in sedici anni, non mancarono di intervenirvi quotidianamente quasi tutti coloro che abbiamo udito a far commenti intorno al tenore Amorevoli, stato colto dal barigello nel giardino di casa V... Continuava ad intervenirvi anche quel tal che, fin d'allora, abbiam veduto sedere, quasi al banco presidenziale, in quell'assemblea di sfaccendati, a tener la paletta e a ventilare il braciere delle novità e della maldicenza. Colui, se nelle rughe agli angoli esterni degli occhi, spiegatesi in forma di ventaglio, mostrava che i tre lustri non avevano mancato di fare il loro dovere, nel rimanente, per salute, abitudini, spirito e parlantina, si conservava perfettamente lo stesso.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Demetrio Greco Demetrio Amorevoli