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      In conclusione, se i nostri lettori hanno potuto maravigliarsi e dolersi, che un così astuto ribaldo sia stato sempre fin qui portato, come suol dirsi, in braccio dalla fortuna; possono ora consolarsi nel vederlo finalmente esso alle prese con un pericolo che non sembra voler offrire un varco probabile di salvezza.
      Quando, la mattina del giorno successivo al tafferuglio del monastero, l'abbiamo udito a parlare col Baroggi, ei ci dovette sembrar ancor pieno di sicurezza e baldanza; ma ciò dipendeva che non s'era ancor trovato al cospetto delle due fanciulle dopo riavute dallo stupore e dallo spavento che nella notte le aveva oppresse, al punto da non poter parlare fino a tanto che videro un volto di donna. Ma allorchè si recò nella casa del Baroggi, e parlò alle ragazze, queste si comportarono di maniera, che sentì la necessità di allontanarle da Milano; e quando egli stesso in persona e con cautela le ebbe accompagnate in un luogo in riva al lago di Como insieme colla madre del Baroggi, potè accorgersi che la presenza della Crivello rendeva pericolosissima la custodia delle fanciulle; e tanto più avuto riguardo allo spirito religioso e bigotto della donna a cui le aveva affidate, la quale, eccitata dagli scrupoli, avrebbe potuto parlare e metter fuori il suo nome.
      E perciò avea pensato di non condurle in nessuna delle terre che aveva in proprietà, ma sì in un luogo d'affitto presso Torno, borgo ch'egli conosceva assai bene, per avere avuti affari negli anni addietro col proprietario d'una fabbrica di lana, l'ultima rimasta delle tante di cui, prima delle guerre de' Comaschi, Torno era pieno.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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