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      - Ebbene, io anderò.
      - Domani mattina.
      - Non si può tardare di più.
      - La mia guardaroba è tutta a tua disposizione.
      - Un vestito semplice sarà meglio d'uno sfarzoso.
      - Ognuno ha i suoi gusti. Fa dunque quello che più t'aggrada. E si lasciarono.
     
     
      X
     
      La mattina seguente, il Baroggi in abito civile e semplice, per quanto lo comportava il costume, si recò alla casa Pietra, e domandò se si poteva parlare alla signora contessa V...
      Il portinajo che aveva ordine di lasciar passar tutti, lasciò passare anche il Baroggi, il quale, venuto in anticamera e detto il proprio nome a un servitore, di là venne introdotto in sala, dove trovò la contessa insieme con donna Paola.
      Questa, allorchè vide il Baroggi:
      - Oh... voi? disse.
      Se il lettore si ricorda, donna Paola s'era adoperata in pro suo e della madre.
      - Non vengo per me, soggiunse il Baroggi, nè per darle nessun disturbo. Vengo a nome del signor Andrea Suardi per dire una parola alla signora contessa V.... che, se non isbaglio, è quella innanzi a cui ho l'onore di trovarmi.
      - Dite, dite, rispose la contessa pallida e tremante, chè il nome del Suardi le avea fatto rifluire il sangue al cuore.
      - Veramente il signor Suardi m'avea raccomandato di non parlare che a lei sola... ma io credo che in quel momento non pensasse a donna Paola; e per questo io credo d'interpretare il desiderio di lui, anche parlando in sua presenza. Il signor Suardi domanda pertanto alla signora contessa il favore di poterle dire una parola in tutta segretezza, per cose della più grave importanza.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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