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      .. Intanto la ringrazio dell'avermi accordato questo abboccamento. La ringrazio non per me... ma per lei.
      - Dovevate parlarmi per cosa di gravissima importanza? Sappiate dunque che una sola è tale per me.
      - Ed è la sua figlia, lo so; ecco perchè son qui e perchè l'ho pregata a volere ascoltarmi a Lodi. Ma ora... per rasserenarla, le dirò, contessa, che ho la speranza di poter forse presto meritarmi i suoi ringraziamenti.
      - E dov'è dunque mia figlia? chiese allora impetuosamente la contessa, con un accento iracondo, non mitigato che da un tremito di singhiozzo.
      - Si rimetta in calma, signora contessa, e speri bene; perchè se la sua figliuola le comparirà presto innanzi, io confido che questo avverrà per mio merito.
      - Ma dov'ella è? torno a domandarvi.
      - S'io lo sapessi, vossignoria avrebbe avuto a domandarmelo? Essa troverebbesi già nelle sue braccia.
      A queste parole la contessa guardò il Galantino con un volto tra l'attonito e lo spaventato; poi soggiunse disperatamente:
      - Ma e che dunque siete venuto a far qui, se non sapete dove sia? ma e dove mai può essere adesso? O mia Ada!! - e cadde sul canapè.
      Quella disperazione fece colpo al Suardi, e si sentì sinceramente commosso; onde alzandosi da sedere ed avvicinandosi alla contessa:
      - Ma non stia a travagliarsi così, torno a ripeterle; perchè forse e presto e per opera mia ella potrà rivedere sua figlia. All'annuncio della disgrazia avvenuta, io che ho gente sparsa in tutte le parti del Ducato, e mezzi di comunicazioni a centinaja, ed esploratori pei contrabbandi, tosto ho detto fra me: Ben io la rintraccerò questa ragazza, e così vedrà la contessa Clelia come fa a vendicarsi un mio pari.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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