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      Siete tutte fatte così voi altre signore dame. Orgoglio e niente di più, e affezioni finte e dolori affettati e lagrime da commedia. Tutte così; sciocche, ignoranti e dotte, nella boria andate tutte d'accordo. Del rimanente mi fate ridere, contessa. Se si presentasse a domandar la mano di vostra figlia il conte M... per esempio (e pronunciò intero quel nome), o il barone C... (e nominò anche costui per esteso), od altri di tal fatta, i cui padri, cinquanta, sessant'anni, cento anni fa, voglio essere abbondante, appartenevano alla più marcia plebe; e comprarono poi i titoli coi danari o con servigi equivalenti, servigi non gloriosi, intendiamoci bene... perchè so distinguere anch'io cosa da cosa... e allora si vedrebbe che edificazione, che complimenti, che festa, che allegria in casa per la grande fortuna della sposina!! Ma se tutto l'ostacolo sta qui, tranquillatevi contessa, provvederò io al resto... ho larghe tenute anch'io, e ville e case e oro e carrozze e cavalli... e tempra di salute invidiabile... e freschezza di gioventù ancor salda, e avvenenza, per Dio. Sappiatemi dire di grazia se quell'ometto ridicolo del conte M... può valere l'unghia d'un mio dito; sappiatemi dire se il barone C... con quel suo naso pavonazzo, ch'è lo stemma al naturale della sua casa arricchita nel vender vino, può vantare questa mia fronte... ampia e nobile, per Dio... Anche la bella apparenza è qualche cosa, signora contessa; che se a lei preme davvero che il marito della sua figliuola sia nobile, ci penseremo anche a questo; e se non io precisamente.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Dio Dio