Pagina (645/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E di che sorta fossero le mie intenzioni, donna Paola può averlo appreso dalla contessa, s'ella ha detto a vostra signoria come la fanciulla sia ora in salvo, e tutto per opera mia.
      - Questo me lo ha detto... e se ciò è il vero, che non ne dubito, abbiate la bontà di riflettere, perdonate se parlo sincerissima, che le buone opere e i beneficj non hanno più nessun merito quando se ne chiede, anzi se ne pretende un compenso, e un compenso che soverchia il potere e le forze di chi dee darlo; poichè dovete sapere che non è nella contessa la facoltà di accordare o negare la sua figliuola in isposa a chicchessia; ma nel conte V... suo marito. Il decreto del Senato vi dovrebbe esser noto.
      Il Galantino non aveva in quel punto la mente al decreto senatorio, ed era lontano le mille miglia dal pensare al conte colonnello V...; onde, essendo rimasto fieramente colpito e sconcertato a quel nome, non seppe a tutta prima che cosa rispondere.
      - Vedete ora dunque, continuava donna Paola, che a voi non rimane che a compire l'opera meritoria e ricondurre la figliuola nelle braccia di sua madre.
      Il Galantino guardò per qualche tempo donna Paola; ma poi, dando a un tratto in uno scoppio d'ira:
      - Ebbene, proruppe, giacchè non si vogliono le vie tranquille... venga l'inferno ad aiutarmi. Giacchè non si vuole che quella fanciulla sia mia per sacramento, non sia più di nessuno; nè di me, nè di sua madre, né di suo padre, nè d'altri. So io quel che farò. Lascio tutta la mia ricchezza all'ospedale perchè i poveri sguazzino un momento; e fuori io e lei da questa vita maledetta, dove senza ricchezza non si fa nulla e quando c'è non vale a nulla, e la gioventù è un martirio, e la bellezza un'occasione di tormenti, e l'orgoglio il carnefice universale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Paola Senato Galantino Paola Galantino Paola