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      Disse dunque lo Strigelli.
      - Da quanto mi avete raccontato mi pare che questo scellerato beniamino della fortuna abbia stancato anche sua madre, e tanto che pare voglia abbandonarlo. La passione gli ha penetrato il cervello in maniera, ch'ei non ha più il colpo sicuro d'una volta. Già a quest'ora ha commesso tante imprudenze che davvero non so farmi capace del come ei si pensi di far tutto quello che vuole, quasi che non vi sia più un'autorità al mondo, nè un buon capitano di Giustizia con barigelli e fanti, che se possono mettere le manette a qualche facoltoso, si comportano senza nemmeno pensare all'interesse, ma pel solo e semplice amore dell'arte. Pare adunque che questo sia il momento di coglierlo questo signor Suardi. Quando i serpenti stanno facendo la loro digestione, quello è il punto che i cacciatori se ne impadroniscono. Donna Paola egregia, qui non bisogna avere scrupoli. Signora contessa, qui bisogna aver coraggio, nè credere che il signor Suardi possa far quello che ha minacciato. Voglio bene che la passione gli abbia fatto girare il cervello, ma se può commettere delle imprudenze, non vorrà commettere dei fatti gravi. D'altra parte ha promesso di venir domani, non è vero?... Queste ventiquattro ore d'aspettazione sono un tesoro... per chi le sa valutare. Ma bisogna lasciar fare a me e fidarsi di me.
      La contessa, a queste parole del giovane Strigelli, opponeva naturalmente l'invincibile sgomento in cui versava per la vita e l'innocenza della sua Ada, sgomento che nel suo massimo accesso arrivava perfino a far tacere il ribrezzo che del pari irresistibile provava per il Galantino.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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