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      E verso le tre dopo mezzanotte, ora che probabilmente poteva corrispondere a quella in cui il povero Baroggi s'era svegliato per l'inquietudine, e si era di nuovo addormentato nel dolore, la carrozza del Suardi svoltava, sterzando pomposamente nel portone della sua casa in Pantano, mentre spalancavasi con rumore la pusterla, spinta dalla mano del portinajo accorso, cogli occhi ancor sonnolenti, all'iterato fischio del cocchiere.
      Il Galantino aveva passato la notte gozzovigliando e giuocando e bevendo più del consueto nell'allegro convegno dei ricchi amici e di alcuni regj impiegati della Giunta d'Economia e di Governo che frequentavano la casa del milionario Mellerio. E vi avea giuocato e tracannato ad ampj sorsi per affogare il dispetto e la rabbia del giorno e i mille presentimenti vaghi che gli davan noja; e che, quanto più egli si sforzava d'irridere e rintuzzare, tanto più ritornavano poderosi e sempre in maggior numero all'assalto. Muto discese dalla carrozza, muto salì lo scalone, muto entrò nella sua stanza da letto, non rispondendo nulla al servitore che, precedutolo ad accendergli i lumi della caminiera, lo aveva lasciato solo, pronunciando il consueto saluto: Buona notte, signor padrone. L'allegro sciampagna non aveva lasciato nessun deposito d'allegria in lui, chè il vino eccellente, quando lo spirito è in affanno, fa l'effetto dei bei giorni sereni e dei limpidi soli, i quali arrovesciano un animo già mal disposto, peggio che i giorni tetri e piovosi, i quali, mettendosi all'unisono con l'anima, non la turbano almeno coll'importuna antitesi.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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