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      Ma in quel modo che i bassi profondi, quando sono in veste da camera e si trovano al cospetto di persone che non hanno a far nulla col teatro, lasciano uscir la voce senza pretesa e a beneplacito della natura; così anche i militari in quiescenza, quando son soli, permettono che i muscoli del viso si rilascino alquanto come comanda la natura. E così avvenne della faccia del conte colonnello. Quella specie di velo artificiale ed avventizio lasciò allo scoperto la nuda e schietta tinta della bonarietà che la natura gli aveva pur data, di maniera che quel suo faccione parve per un istante quello di un sempliciotto contrito e commosso, tanto commosso che gli occhi gli si inumidirono.
      Donna Paola, che conosceva l'uomo, non a caso avea detto quel che avea detto. Fin dal giorno prima ella erasi accorta come in lui fosse sbollito ogni sdegno contro la contessa. Non si trattava or dunque più d'altro che di penetrare più addentro che fosse possibile, mettendo in movimento la compassione, in quel terreno già tutto quanto smosso e rammollito.
      E non a caso lo avea lasciato solo, perchè avvedutasi che il racconto del misero stato della contessa lo aveva messo sottosopra, pensò di non avviare altri discorsi, che, interrompendo quel pensiero, lasciassero tempo al cuore di rimettersi in calma e di riassumere la consueta padronanza; e intanto erasi recata infatti nella camera della contessa che, per verità, stava malissimo, trovavasi in una prostrazione di corpo e di spirito da far compassione a chicchessia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Paola