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      - La moralità sta nell'ordine delle idee e non nel campo dei fatti; - perciò all'assoluta moralità, per esempio, del don Giovanni Tenorio, non era per nulla necessario che il convito si trasmutasse in una scena infernale coi diavoli tormentatori; nè era necessario alla moralità dell'Otello che Jago venisse ferito dalla scimitarra vendicatrice del geloso Africano.
      Quanti uomini noi abbiamo veduto, noi e i nostri amici, ad attraversare la vita gloriosi e trionfanti delle loro medesime cattive azioni, senza che la legge abbia potuto ghermirli, senza che nemmeno l'opinione pubblica abbia potuto sfogarsi rumorosamente contro di loro, senza che nè in iscritto nè in istampa rimanga pur una nota d'esecrazione contro di essi, anzi rimanendo invece qualche elogio scolpito nel marmo, per abuso di postuma pietà! E per questo la morale ha forse cessato di essere la morale? è ella così impotente e miserabile, così relativa e precaria, che, per dar segno di vita, debba essere in obbligo di aggiustar le partite a tutti gli uomini, prima che escano da questo mondo? E in quanto alle opere dell'arte, perchè possano scansar la taccia d'immorali, dovranno essere impreteribilmente costrette a mandare, nel punto della catastrofe, tutti i galantuomini all'osteria, e tutti i birboni all'inferno? Noi crediamo fermamente di no, e per questo di mala voglia oggi prendiamo la penna in mano, perchè dobbiam raccontar cosa che parrebbe introdotta appositamente, non per altro che per fare un po' di corte alla così detta morale di convenzione.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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