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      Perchè i servi di casa Pietra avevano palesato ogni cosa; i servi che, se non sanno tacere gli scandali segreti dei padroni, hanno poi anche la smania, bisogna dir il vero, di propalare le loro virtù, se ve ne sono, e i loro bei fatti, e persino d'esagerarli. Però gli elogi che corsero quella sera della contessa Clelia V... varcarono la misura iperbolica di un panegirico convenzionale. Essa era più grande quasi dell'Agnesi, al cospetto della scienza; più degna di compassione che la Maria Stuarda, al cospetto della sventura e della persecuzione; più rassegnata e più costante di tutte, al cospetto dell'espiazione; se niente niente continuava di quel passo, poteva aspirare ad un posto nel martirologio. Quanto poi a bellezza, le più fresche e leggiadre giovinette potevano nascondersi tutte, eclissate dagli splendidi avanzi della sua: ad eccezione però della sua figliuola, di quel caro angelo di Ada, la quale, insieme colla madre, poteva bastare a provar che la città di Milano era la prima nel vanto della beltà femminile; che Venezia non poteva aver nulla da contrapporre di meglio, che Genova e Bologna e Ferrara, le quali menavano tanto scalpore per le loro donne, avrebbero dovuto dar le mani, vinte nel veder queste due. Con tutta quella buona disposizione del pubblico all'entusiasmo verso le persone che abbiamo nominate, fra cui è pur da includere il conte colonnello V..., che è tutto dire, giacchè aveva un segreto affatto suo di saper venir in uggia ai conoscenti, ai parenti, agli amici, a tutti; si figuri dunque il lettore l'effetto, diremo, invadente che fece quando si sparse per la città la notizia che la signora contessa V... e l'avvocato Strigelli erano tornati in compagnia delle fanciulle.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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