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      Quando le due figure della contessa e della sua figliuola comparvero tra due livree che portavano i lumi, non è a dire a che diapason salissero le acclamazioni della moltitudine, trasportata da quello spettacolo commovente e leggiadro. La faccia di donna Clelia, colorata in quel punto da tante emozioni e lumeggiata per soprappiù dalla tinta calda della fiamma, anzichè la madre, sembrava la sorella maggiore di Ada. E questa osservata colà presso la contessa, potea sembrare una copia più in minuto di quell'augusta figura, copia eseguita da un artista più morbido e più squisito. Il suo volto giovinetto raggiava di una gioja alquanto soffusa di mestizia, e con ambedue le sue leggiadre manine tenendo la mano della mamma, pareva quasi che si ricoverasse presso di lei, come sopraffatta da tanta moltitudine che la chiamava a gran voce. Ma per dipingere degnamente codesta scena ci vorrebbe il pennello di Gherardo delle Notti; in quel modo che ci converrà domandar consigli alla tavolozza del Canaletto e del Guardi, quando, tra poco, faremo il giro della città, passando in carrozza in mezzo ai banchetti notturni in compagnia della contessa e della sua figliuola: - noi intenti a certi nostri studj speciali, esse tutte occupate a rispondere ai saluti e agli applausi del pubblico mangiatore e bevitore.
     
     
      V
     
      Vi sono città la cui storia è tutta una disgrazia, come la biografia di qualche infelice nato sotto la cattiva stella; città che nemmeno coi sacrificj possono placare la maldicenza; di cui i meriti e le virtù reali e le apparenti sono disconosciute e passate in silenzio; di cui i benefizj sono retribuiti d'ingratitudine; città che, al pari di qualche padre, di qualche madre, son disprezzate e bistrattate persin dai medesimi figli.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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