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      Ma dopo tutto ciò, i cuori e le passioni sono sempre le medesime, e quello sguardo del dragone, il quale è nientemeno che un figlio del povero Baroggi, incontratosi con una figliuola nientemeno che della contessina Ada... intersecato dagli sguardi iracondi della Diana della prima fila, produrrà, mutatis mutandis, un affastellamento di casi tali, che la pronipote ne gemerà come la nonna. - In quella sera v'era anche la contessa Ada in teatro; e v'era anche il banchiere Andrea Suardi, più che sessantenne; e v'era il marchese F.... sessantenne esso pure; e tutti si guardavano per mille cagioni, ricordando il passato e congetturando il futuro; e in alto ancora, come in quella tal notte di cui dee rammentarsi il lettore,
     
      Scintillava il beffardo occhio del fato.
     
     
      IV
     
      Intanto che quell'occhio beffardo scintillava, il primo violino, signor Peruccone, fatto d'occhio al buttafuori, mise lo strumento alla ganascia, e accennò che si desse principio al preludio del nuovo ballo, la musica del quale era stata scritta dal signor Pontelibero Ferdinando.
      La Cerrito e la Taglioni crediamo sieno giunte in tempo per essere accompagnate dal suo violino; chè egli fu il successore appunto del professore Peruccone. Lo spirito repubblicano e le idee democratiche che fin dal 1750 bollivano, non si sa come e per un arcano presagio de' tempi nuovi, nel signor Lorenzo Bruni, passarono, comunicate forse allo sgabello teatrale, fino al signor Pontelibero, che, leggendo Rousseau al pari del signor Lorenzo, fu de' primi a tendere l'orecchio avido alle cose di Francia; de' primi a desiderare che l'ondata rivoluzionaria venisse a gettarsi con impeto sulle coste d'Italia; de' primi a far festa all'ingresso delle truppe francesi, e a portarsi fin sotto allo scalpito del cavallo bianco di Bonaparte, per vedere dappresso il giovane imberbe che, colla severa maestà del sopraciglio e colla preponderanza, quasi parea, di un Dio, teneva in timorosa obbedienza i più anziani eroi sanculotti, irti di chiome e di basette.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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