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      Fin qui può dunque vedere il lettore, che l'azione coreografica, più che le intenzioni di una satira scandalosa, racchiudeva quella di una ragionevole dimostrazione del vero e del giusto.
      E cominciò anche il secondo atto, il quale, se si conservò fedele alle buone intenzioni, si ribellò al buon senso drammatico; e, tanto per tirare innanzi fino all'inevitabile quinto atto, presentava un miscuglio triviale di qui pro quo, facendo che la principessa Braschi ad arte svenisse nelle braccia del generale dei Domenicani, onde determinare il convenzionale colpo di scena, per mezzo del cardinal segretario che, furtivamente sorprendendo e principessa e frate, andava ad avvisarne il papa, il quale compariva in iscena a risolvere la situazione, e a minacciare il generale dei Domenicani di punirlo colla soppressione dell'ordine; e qui, dopo un altro parapiglia indispensabile per mettere insieme un be1 gruppo, e che non merita la pena di riferire, si sentiva in lontananza una cornetta da postiglione e, pochi istanti dopo, entrava in iscena il brigadiere Gandini, ad annunciare l'arrivo del general Colli, mandato dall'Austria per essere il campione del papa. A questo punto cadeva il sipario, per dar tempo di preparare il grandioso atto terzo.
     
     
      V
     
      Nell'intermezzo furono fatti circolare nei palchetti e nella platea molti foglietti stampati, i quali contenevano il famoso proclama del cardinal Busca, segretario di Pio VI, che, nel febbraio, prima della battaglia del Sevio, era stato affisso su tutti gli angoli della città di Roma.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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