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      Discesero, si fermarono ambidue all'ultimo gradino, come se fossero i due guardaportoni di quelle soglie; si guardarono scambievolmente e, sembrò, con qualche significato; poi volsero altrove la testa, tenendo dietro alle code estreme della folla che usciva, e osservando le voluttuose e seminude marchese e contesse democratizzate, che attendevano la venuta del non ancora abolito e non mai abolituro cocchiere. Chi si ricorda la faccia dell'attore Bon, quando rappresentava il personaggio di Ludro nella sua gran giornata, può farsi una qualche idea di quei due gemelli sessagenarj; colla differenza però, che l'ex stalliere e lacchè e ladro processato, e contrabbandiere, e fermiere, e finalmente banchiere milionario, cittadino Andrea Suardi, adocchiava le dame seminude con isfacciata protervia; e l'ex amante non mai amato di quante ballerine peccatrici e peccatrici cantanti calcarono il palco scenico, convertito poi in fabbriciere di S. Maria alla Porta e condirettore dell'Orfanotrofio della Stella, le sbirciava con quel ghigno onde il Tartufo di Molière guardava la bella moglie d'Orgone. Ma i due Ludri a perfetta vicenda, sebbene usciti da due alvi diversi e non congiunti in parentela di sangue che da un duplice atto paterno, l'uno legittimo, l'altro di contrabbando, e di cui non era consapevole che la misteriosa natura, uscirono dal teatro senza aspettare che le loro carrozze si presentassero in regolare processione sotto al portico, ma andandole a cercare pedestri nella contrada di San Giuseppe, dove avevano l'ordine di star ferme ad attenderli.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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